Vittime Di Mafia, Mappa Delle Vittime Cadute Per Mafia A Palermo - Umap

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Anche dalla sua lotta per veder riconosciuta verità e giustizia per la morte del figlio e di assicurargli la stessa dignità nel ricordo riservata alle "vittime eccellenti", dal 21 marzo 1996 Libera organizza la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordarle. Avvertenza: l'attuale lista è diversa da quella diffusa da " Libera ": abbiamo escluso infatti, per una questione di rigore scientifico, tutte le vittime di criminalità comune, corruzione e terrorismo, nonché quelle su cui non vi era alcuna notizia certa nei vari archivi di giornale da noi generalmente consultati. Sottocategorie Questa categoria contiene le 9 sottocategorie indicate di seguito, su un totale di 9. Pagine nella categoria "Vittime innocenti delle mafie" Questa categoria contiene le 200 pagine indicate di seguito, su un totale di 943. (precedenti 200) ( successivi 200) (precedenti 200) ( successivi 200)

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Mentre lei viveva tutti i giorni la sua prigionia all'interno delle proprie mura domestiche. Quando si è ribellata la famiglia non l'ha accettato ed è morta ingerendo acido muriatico nella sua abitazione, dopo un lungo calvario di solitudine. Alcune, come narrato bene da Liliana Madeo, hanno scelto il silenzio, l' omertà. Basti pensare alla moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella. Oggi tuttavia qualcosa cambia. E un primo segnale c'è stato grazie a Libera e il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria con il protocollo "Liberi di scegliere". Sono circa 70 i minori allontanati dalle famiglie 'ndranghetiste. Una trentina le donne che hanno deciso di allontanarsi dall'ambiente mafioso e salvare se stesse e i propri figli. Abbiamo sempre meno esempi di donne che non parlano, vestali di una cultura arcaica e feroce, come quelle descritte da Sciascia nella Sicilia come metafora e più donne che hanno cambiato la storia delle organizzazioni criminali. Sostieni mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.

Giacomina Filippello, che per 24 anni è stata la compagna di Natale D'Ala, uomo di rispetto di Campobello di Mazara, ha conosciuto Riina, Badalamenti, sapeva chi era il suo uomo ma lui riusciva a darle tutto e a farla vivere in un mondo incantato. È stata la prima pentita di mafia dopo averlo visto morto ammazzato con 25 colpi di kalashnikov. "Lo sorpresero indifeso come un uccello. Non si accorse nemmeno che stava per morire. Era in piedi, cadde come un frutto maturo" raccontò. E successivamente molte sono state le donne che hanno scelto di dire no. Lo hanno fatto soprattutto per il bene dei propri figli, perché non fossero costretti a un futuro di morte, paura, rabbia, scelto per loro dai padri. E così dopo il periodo siciliano, più recentemente, anche la Calabria ha avuto delle donne come protagoniste dell'antimafia. Come Maria Concetta Cacciola, una giovane donna di Rosarno con un marito in galera che voleva essere libera di vivere la sua vita e che temeva per i suoi figli. Maria Concetta era cresciuta in una famiglia legata agli ambienti della criminalità organizzata ed era sposata con un uomo che stava in prigione.

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Il ruolo delle donne dentro e fuori le organizzazioni criminali, come vedremo, si è rivelato fondamentale per dare un duro colpo alle mafie. A febbraio è stato ristampato dalla casa editrice Miraggi il libro Donne di mafia della giornalista Liliana Madeo. Il testo è alla sua terza ristampa. La prima volta fu pubblicato da Mondadori nel 1994 ed è tutt'oggi attualissimo per comprendere il ruolo delle donne "vittime, complici, protagoniste" del mondo mafioso. Liliana Madeo, in tempi in cui ancora si parlava poco o niente della figura femminile nelle organizzazioni criminali, è riuscita a tracciare il profilo delle mogli, delle compagne, delle fidanzate dei più potenti boss di Cosa Nostra. Alcune omertose, altre ribelli, protagoniste indiscusse del tumulto all'interno della mafia siciliana, all'epoca dei primi grandi pentiti. Liliana Madeo racconta di queste donne in chiave inedita, con le carte delle inchieste, ricostruendo la vita insieme ai boss, senza un filo di retorica, senza aggettivi, facendoci entrare all'interno di quelle famiglie e sentire la paura, la negazione, l'attesa, l'ansia per il futuro dei figli.

La giornata della memoria e dell'impegno promossa da Libera e Avviso Pubblico che si celebra in tutta Italia il 21 marzo, primo giorno di primavera, quest'anno subirà molti cambiamenti dal punto di vista organizzativo, a causa dell'emergenza Covid-19. Ma grazie alla rete e alla campagna social promossa dall'associazione tutti potremo partecipare e dare un abbraccio virtuale ai familiari delle vittime di mafia. Ancora una volta, e per diverse ragioni, le protagoniste di questa giornata saranno le donne. Il 21 marzo nasce proprio dal dolore di una mamma. La mamma di Antonino Montanaro, il capo scorta di Giovanni Falcone. È stata lei che durante il primo anniversario della strage di Capaci ha chiesto perché il nome di suo figlio non veniva mai menzionato. Si parlava dei "ragazzi della scorta". E così, dal dolore di questa madre di un figlio vittima di mafia, a cui veniva negato anche il ricordo, ogni anno si leggono i nomi di tutte le vittime, per non dimenticare nessuno di loro. Perché la memoria si trasformi in impegno collettivo.

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Da WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie. L'attuale sezione contiene le biografie delle vittime innocenti delle mafie di cui si ha notizia. Ad oggi sono morte per mano mafiosa 943 persone. Il primo omicidio di mafia riconosciuto in quanto tale in Italia è stato quello di Giuseppe Montalbano, medico e patriota che aveva partecipato anche all'impresa dei Mille con Garibaldi, ucciso il 3 marzo 1861 a Santa Margherita Belice, in provincia di Agrigento. L'ultima vittima invece è Francesco Vangeli, giovane di 26 anni calabrese ucciso dalla 'ndrangheta il 9 ottobre 2018. Di queste 943, 84 sono donne e 104 sono minori (di cui 71 bambini tra gli 0 mesi e i 14 anni). Sono 464 quelle senza giustizia. Per quanto riguarda le singole organizzazioni: 464 sono riconducibili a Cosa Nostra; 188 alla 'ndrangheta; 184 alla Camorra; 49 alla Sacra Corona Unita e alle altre mafie pugliesi; 11 alla Stidda; 2 alla Mafia del Brenta. L'esigenza di ricordare i nomi delle vittime nacque originariamente con Saveria Antiochia, madre di Roberto, poliziotto agente di scorta di Ninni Cassarà ucciso nel 1985.

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Vittime di mafia Rosario Livatino raccontato da Lirio Abbate Rai Radio 3 Don Peppe Diana Placido Rizzotto L'omicidio di Giancarlo Siani raccontato da Raffaele Sardo L'omicidio di Pio La Torre raccontato da Lirio Abbate Carlo Alberto Dalla Chiesa raccontato da Lirio Abbate L'omicidio di Mauro Rostagno raccontato da Alessandro Leogrande L'assassinio di Giorgio Ambrosoli - Wikiradio dell'11/07/2017 La strage di via dei Georgofili Rai Radio 3 00:30:00 La strage di via D 'Amelio Rai Radio 3 00:30:00

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Wednesday, 25-Aug-21 12:43:43 UTC