Se l'ovulo non viene fecondato, i livelli di estrogeno e progesterone risultano bassi; di conseguenza, gli strati interni dell'endometrio si sfaldano e sanguinano, determinando la mestruazione. In questa fase, l'ipofisi aumenta lievemente la produzione di ormone follicolo-stimolante, provocando la crescita di 3-30 follicoli. Successivamente, quando il livello di questo ormone diminuisce, solo uno dei follicoli (detto dominante) continua a crescere e inizia a produrre estrogeno, mentre gli altri follicoli stimolati iniziano a degenerare. L'aumento di estrogeni comincia anche a preparare l'utero e stimola lo sviluppo dell'ormone luteinizzante. In media la fase follicolare dura circa 13-14 giorni. Delle tre fasi è quella di durata più variabile; tende a ridursi in prossimità della menopausa e termina quando il livello di ormone luteinizzante aumenta drasticamente (picchi). Il picco si verifica in risposta al rilascio dell'ovulo (ovulazione) e segna l'inizio della fase successiva. La fase ovulatoria ha inizio quando il livello di ormone luteinizzante raggiunge il picco.
L'ormone luteinizzante stimola la protrusione del follicolo dominante dalla superficie ovarica fino alla sua rottura, con conseguente rilascio dell'ovulo. Il livello dell'ormone follicolo-stimolante aumenta con minore intensità. La funzione dell'aumento dell'ormone follicolo-stimolante non è ben nota. La fase ovulatoria di solito dura dalle 16 alle 32 ore e termina con il rilascio dell'ovulo, circa 10-12 ore dopo l'aumento del livello dell'ormone luteinizzante. L'ovulo può essere fecondato solo per circa 12 ore dopo il rilascio e il picco dell'ormone luteinizzante può essere rilevato attraverso la misurazione dei livelli luteinici nelle urine. Tale misurazione può essere utilizzata per determinare il periodo fertile nella donna. La fecondazione è più probabile se lo sperma è presente nel tratto riproduttivo prima del rilascio dell'ovulo, perciò la maggior parte delle gravidanze si verifica in seguito a un rapporto verificatosi nei 3 giorni prima dell'ovulazione. In prossimità dell'ovulazione, alcune donne avvertono un dolore sordo in corrispondenza di un lato dell'addome inferiore.
NOTA: Questa è la Versione per i pazienti. CLICCA QUI per accedere alla Versione per i professionisti Risorse sull'argomento La mestruazione è lo sfaldamento del rivestimento dell'utero (endometrio) accompagnato da sanguinamento. Si verifica, in media, a cicli mensili, per tutto il periodo di fertilità della donna, tranne in gravidanza. La mestruazione ha inizio durante la pubertà (con il menarca) e termina in modo permanente con la menopausa. Per definizione, il ciclo mestruale inizia il primo giorno di sanguinamento, considerato giorno 1, e termina subito prima del ciclo successivo. I cicli mestruali possono variare da 25 a 36 giorni. Solo nel 10-15% delle donne il ciclo dura 28 giorni esatti. Inoltre, in almeno il 20% delle donne i cicli sono irregolari, cioè più lunghi o più corti dell'intervallo normale. Di solito i cicli variano di più e gli intervalli sono più lunghi nei primi anni dopo l'inizio delle mestruazioni (menarca) e prima della menopausa. Il sanguinamento dura da 3 a 7 giorni, con una media di 5 giorni.
I valori ottimali sono: inferiori a 1 ng/L nella fase follicolare, tra 0, 70 e 4, 20 ng/L durante l'ovulazione e tra i 3 e 28 ng/ml nella fase luteale. Con la menopausa, quindi, il progesterone si abbasserà del tutto, scendendo al di sotto di 1ng/ml (e, in effetti, non saremo più in presenza del ciclo mestruale). Giulia Mandrino
Permettono la fecondazione e la gravidanza, intervenendo nella regolazione del ciclo mestruale Regolano la distribuzione del grasso corporeo, favorendone il deposito nelle anche, nelle natiche, nelle cosce e nell'addome al di sotto dell' ombelico. Mantengono il trofismo osseo ed hanno quindi azione protettiva nei confronti dell' osteoporosi Stimolano la sintesi di trigliceridi e l'aumento delle lipoproteine ad alta densità (HDL o colesterolo buono) proteggendo le pareti vasali dal danno arteriosclerotico. Dato che le donne possiedono molti più estrogeni degli uomini fino alla menopausa il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari è considerevolmente inferiore. Stimolano la lipolisi nel tessuto muscolare ed adiposo. Per questo motivo gli estrogeni migliorano la prestazione degli sport di durata risparmiando il glicogeno muscolare a scapito degli acidi grassi Regolano molte funzioni cerebrali fra cui l'attenzione e la memoria. Stimolano la sintesi epatica di numerosi enzimi e proteine ( SHBG, angiotensinogeno).
Tre dei maggiori estrogeni nelle donne sono l' estradiolo, l' estriolo e l'estrone. Dal menarca alla menopausa il più importante estrogeno è il 17-β-estradiolo. Dopo la menopausa l'estrogeno maggiormente prodotto è l'estrone che possiede attività inferiore a quella dell'estradiolo. Gli estrogeni sono prodotti dagli androgeni grazie all'azione di enzimi aromatici. L'estradiolo è prodotto dal testosterone e l'estrone dall' androstenedione. L' estriolo è più presente durante la gravidanza. Produzione [ modifica | modifica wikitesto] Gli estrogeni sono prodotti dai follicoli ovarici e dalla placenta. Alcuni estrogeni sono prodotti in altri organi e tessuti in piccole quantità, come il fegato e le ghiandole surrenali. Queste fonti secondarie di estrogeni sono le uniche fonti per l'uomo e per la donna in post-menopausa. La sintesi degli estrogeni comincia nelle cellule della teca interna nelle ovaie, dal colesterolo passando per l'androstenedione. L'androstenedione è un precursore dotato di debole attività estroginica, questo una volta prodotto dalle cellule della teca interna, attraversa la membrana basale e giunge alle cellule della granulosa, dove viene convertito in estrone o estradiolo.
La sua spiccata funzione endocrina è rivolta principlamente alla sintesi di gonadotropina corionica, estrogeni e progesterone. Similmente a quanto visto per il progesterone, gli estrogeni vengono secreti sia dal corpo luteo, nelle primmissime fasi della gravidanza, che dalla placenta nelle fasi successive. A differenza di quelli di origine ovarica (dove prevale l' estradiolo) gli estrogeni placentari sono capitanati dall' estriolo, che esibisce un'attività estrogenica nettamente inferiore (compensata, a dire il vero, dalla cospicua secrezione). Principali funzioni degli ormoni estrogeni Favoriscono l'ingrossamento dell'utero e delle mammelle. Stimolano lo sviluppo delle ghiandole mammarie e promuovono la secrezione di prolattina ipofisaria. Favoriscono l'ingrossamento dei genitali esterni della donna. Gli alti livelli di estrogeni e progesterone sopprimono lo sviluppo di altri follicoli ovarici. In sinergia con la relaxina placentare, inducono il i rilassamento dei legamenti pelvici in modo da rendere le articolazioni sacroiliache e la sinfisi pubica maggiormente elastiche in vista del parto.
Modello 3D Sindrome dell'ovaio policistico