Dario Benedetto Boca

Così, me lo tatuai nel 2015 quando giocavo all'America…". Off topic: oltre alla musica, le altre grandi passioni dell'argentino sono i tatuaggi ed il basket. "Il primo fu lo scorpione sul collo quando avevo14 anni. È come un vizio tatuarmi ogni parte del corpo. Non so più nemmeno quanti ne ho". Neanche il tempo di vestire la camiseta azul y oro che divenne leggenda. Tanto da esser accostato di continuo ad un mito vivente come Martin Palermo. Pensate che solo due giocatori del Boca negli ultimi 25 anni erano riusciti a segnare una tripletta nei primi 25' di una partita: Palermo e proprio Benedetto (contro il Quilmes il 25 settembre 2016). Non solo, Benedetto è stato l'unico a segnare di tacco alla Bombonera dopo Palermo. 21 reti in 25 partite alla prima stagione, festeggiati con il 32° titolo nazionale della storia del Boca. Ora lo score recita 31 reti in 38 presenze. Ogni volta che entra in campo alla Bombonera segue un rituale ben preciso: guarda sempre verso La Doce in ricordo di quando sedeva sugli spalti per tifare ed esultare per quella maglia che ora indossa.

Used benedetto

Perchè il magic moment del Pipa non si ferma, e prosegue senza momenti di sosta: nel momento in cui vi scriviamo, Darío Benedetto è reduce dall'esordio con la maglia dell' Argentina (35′ contro il Venezuela), e ha in testa un'idea meravigliosa, imporsi nella Seleccion fino a strappare la maglia da titolare a Mauro Icardi. Perchè i sogni sono il pane della nostra vita, e la convocazione al Mondiale di Russia 2018 sarebbe il perfetto coronamento di un periodo fantastico e della carriera di un attaccante strepitoso. Querer es poder: Alberto Contador l'ha insegnato alla Spagna intera, e il Pipa Benedetto è pronto a imitarlo a partire dalle prossime gare! (di Marco Corradi, @corradone91) PER TUTTE LE NEWS E GLI AGGIORNAMENTI SEGUICI SU: AGENTI ANONIMI

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Nell'estate del 2013 arriva anche la chiamata del Tijuana, in Messico, ma è chiaro sin da subito che quello con la Primera argentina è un arrivederci. Tutti gli esordi di Benedetto sono densi di significati, l'abituale biglietto da visita in dote ai predestinati. La prima nella capitale messicana della perdizione è la sfida contro l'Atlas: 3-3, tre gol del Pipa. A fine anno il tabellino recita 21 e per 8 milioni di dollari Benedetto si accasa al Club Amèrica – la squadra più blasonata del campionato azteco – a fine 2014. A Città del Messico Benedetto trascorre due stagioni e nell'aprile 2015 timbra tre gol nella finale di ritorno della CONCACAF Champions League contro il Montreal Impact (vinta per 4-2 al Saputo Stadium in Canada) dando un discreto contributo al sesto titolo continentale dei messicani, successo bissato poi nella stagione 2015/2016 e festeggiato con un altro gol in finale contro il Tigres. 49 reti, 2 Champions e il titolo di miglior marcatore in appena due stagioni e mezzo sono il lasciapassare messicano per il rientro in patria di Dario Benedetto, finalmente a casa.

Saint benedetto

Arrivato al top un po' tardi, sì. Origini italiane (di Ancona) ma semi sconosciuto o quasi in Europa, idolatrato invece in patria dove gli argentini non avrebbero dubbi su chi scegliere tra lui e Maurito, reo di non aver mai giocato in Primera. Al contrario di Benedetto che gioca nella sua squadra del cuore, nel 'suo' Boca che non ha mai voluto lasciare dopo esserci approdato con tanta fatica e… pagando un milione di tasca propria affinché il passaggio dall'América al Boca nel 2016 andasse in porto. La Roma poi stava quasi per portarlo nella Capitale la scorsa estate: ne parlarono Monchi ed il presidente Angelici ma non si trovò l'accordo. Lo avrebbe voluto anche il Besiktas. I Los Angeles Galaxy su tutti avevano messo sul piatto una ricchissima offerta ma niente da fare: "Io dal Boca non me ne vado". Giocare la Libertadores con quella maglia per Benedetto non ha prezzo. Storia da brividi, la sua. Di quelle che solo il fútbol sudamericano può dipingere. Tutto iniziò a El Pato, centro agricolo di settemila anime, quando Dario vestiva la maglia delle giovanili dell' Independiente. "

Alla stagione d'esordio col Boca diventa immediatamente l'idolo dei tifosi siglando addirittura 21 gol e 3 assist in appena 23 partite e vincendo il campionato. La stagione successiva, quella 2017-2018, segna 13 gol in 15 partite prima di rompersi il legamento crociato anteriore del ginocchio destro che lo allontanerà dai campi per otto mesi, compromettendogli il finale di stagione e l'inizio di quella successiva (2018-2019). A fine stagione comunque il Boca Juniors vince campionato e Supercoppa nazionale. L'ultima stagione, la 2018-2019, è stata fortemente condizionata dal grave infortunio patito in quella precedente ed in uno più leggero avuto in questa, così a fine stagione Benedetto siglerà solamente 5 gol e 2 assist in 21 partite. Con la Nazionale Albiceleste Darío Benedetto gioca solamente 5 partite senza mai andare in gol. Darío Benedetto sarebbe la punta centrale ideale per il 4-3-3 di Vincenzo Montella, aggiungendo esperienza e grinta ad una Fiorentina molto giovane. Caratteristiche tecniche: Darío Benedetto è un attaccante estremamente grintoso, dotato di discreta forza fisica e buona velocità.

Passare nel giro di una decina d'anni da hincha di un club a capocannoniere della stessa società è il sogno di tutti, e c'è chi è riuscito a realizzarlo, e pure alla grande: stiamo parlando, ovviamente, di Darío Benedetto, colui che sta facendo tornare grande il Boca Juniors a suon di gol, precisione/freddezza sottoporta e tituli, riaprendo la bacheca grazie alla vittoria della Primera Division 2016-17 e scacciando per qualche mese il fantasma di Carlitos Tevez (un fantasma che tornerà, o forse è già tornato). El Pipa ha vissuto e sta vivendo tuttora 12 mesi magici, ma la sua vita non è stata sempre generosa con il ragazzo nato il 17 maggio 1990 a Berazategui, periferia di Buenos Aires: il piccolo Darío (da quell'accento nasce la pronuncia del suo nome, che non va letto all'italiana) inizia a giocare calcio nelle giovanili dell' Independiente e si fa notare, ma a 12 anni ecco l'episodio che sconvolge la sua vita. Benedetto sta giocando la finale di un torneo giovanile, e mentre lui è in campo a lottare per vincere, la madre muore d'infarto allo stadio mentre stava tifando per il suo piccolo eroe: è una botta troppo dura da digerire, e così Darío Benedetto, con una mossa che va a metà tra il rifiuto e la necessità, molla il calcio e ridisegna la sua vita.

Benedetto bravo

In tutto saranno 23 le sue reti nei 30 match stagionali (il Boca era out dalle coppe), essenziali per la conquista della qualificazione alla Copa Libertadores 2018: l'estate è piena di tentazioni per El Pipa, cercato da Siviglia, Genoa, Udinese, Roma e mezza Europa (mentre a gennaio aveva rifiutato l'MLS e i Seattle Sounders), ma l'idea dell'attaccante è chiara, quella di giocare la Copa 2018 con la maglia del Boca Jrs e non perdersi lo storico ritorno tra i grandi del Sudamerica. Nascono così i mille rifiuti, e nasce così un avvio di stagione da assoluto dominatore dell'area avversaria: nei tre match disputati sin qui, Benedetto ha segnato cinque reti, con una tripletta all'Olimpo per dare il via al 2017-18 e non perdere le cattive abitudini. Esatto, perchè proprio una tripletta aveva fatto innamorare i tifosi degli xeneizes del Pipa: tre reti alla Bombonera contro il Quilmes, a ripercorrere le orme di Martin Palermo, l'ultimo a fare tris nella storica casa del Boca. E proprio a Martin Palermo, al leggendario Martin Palermo (attualmente tecnico dell'Union Española in Cile), viene paragonato Darío Benedetto: un paragone nato per i gol e le movenze della punta esplosa in Messico, che però non ha vinto nessun titolo internazionale e ci proverà nel 2018.

Darío Ismael Benedetto nasce a Berazategui, una città di periferia dell'area denominata Grande Buenos Aires, il 17 maggio 1990. È soprannominato El Pipa. Darío Benedetto è da sempre un grande tifoso del Boca Juniors, squadra in cui milita, e da piccolo andava a vedere la sua squadra del cuore sugli spalti della Doce, la curva dei tifosi azul y oro. Ha un amore viscerale per il Boca Juniors che lo ha portato a tatuarsi lo stemma del club sul ventre. È alto 177 cm e pesa 80 kg. Il grintoso centravanti argentino, con passaporto messicano, è l'uomo individuato da Daniele Pradè come giusto colpo di mercato per ridare vita all'attacco della Viola e scaldare un po' i tifosi al momento fortemente giù di morale. Darío Benedetto è valutato circa 15 milioni di euro dal proprio club ed ha ancora due anni di contratto con gli Xeneizes. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web e sul canale YouTube. Storia: Darío Benedetto cresce calcisticamente nell'Independiente ma a soli dodici anni decide di dire basta col calcio per via della prematura scomparsa della madre, per un attacco cardio respiratorio, mentre era sugli spalti per seguire una sua partita.

Redazione GiocoPulito nasce nel Novembre 2015 con l'obiettivo di dare un taglio all'informazione sportiva non tanto incentrandola sulla comune, quanto importante, attualità, ma andando a costruire un prodotto di informazione che potesse accrescere la conoscenza degli accadimenti passati o presenti, soddisfare la sana curiosità, alimentare la cultura e la passione per lo sport.

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