Formazione Grande Torino

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Oggi voglio rispolverare quella che è considerata una importante pagina della storia del calcio italiano, ossia il decennio che ha visto come protagonista indiscusso a livello nazionale la società calcistica passata alla storia come "Il Grande Torino". Come forse sapete sono piemontese qui avevo già parenti che tifavano Torino e la tragedia ai tempi aveva scosso tutta l'Italia. Andiamo ora a vedere gli esordi e la formazione del grande Torino. Esordi e formazione del grande Torino. Tutto è incominciato nel lontano 1939 con l'arrivo di Ferruccio Novo al timone della squadra. Il presidente del Torino Ferruccio Novo nel giro di poco tempo, attraverso vari acquisti da altre società, era riuscito a comporre una squadra forte, unita e glorioso ciclo che ha visto come protagonista il Grande Torino è stato della durata di dieci anni, durante i quali la mitica squadra aveva vinto ben cinque scudetti consecutivi ed una coppa Italia. La Nazionale italiana, durante quegli anni, contava ben 10 giocatori del Torino su 11.

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Tutti (o quasi) i tifosi del Toro, e molti appassionati di calcio, conoscono a memoria i nomi dei giocatori del Grande Torino che il 4 maggio 1949 perirono nella tragedia di Superga: Valerio Bacigalupo, Aldo e Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Julius Schubert. Ma la leggenda del Grande Torino non è solo nel suo drammatico epilogo: è una storia di grandi vittorie, di 5 scudetti consecutivi con l'interruzione della seconda guerra mondiale (1943, '46, '47, '48, '49). Per questo bisognerebbe conoscere e celebrare i nomi di tutti i giocatori granata che, sotto la presidenza di Ferruccio Novo, portarono il Toro a dominare il calcio italiano. Nel 1949, della rosa facevano parte anche alcuni giocatori che non parteciparono alla tragica trasferta di Lisbona: Franco Audisio (primavera), Alfio Balbiano, Pietro Biglino, Renato Gandolfi, Antonio Gianmarinaro (primavera), Luigi Giuliano, Sauro Tomà.

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Attendi solo un istante... Forse potrebbe interessarti... (Nella foto, la formazione del Grande Torino che, prima volta nella storia del calcio italiano, vinse scudetto e Coppa Italia nel 1942-43) In Evidenza

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Parola è indeciso: in maglia azzurra non ha mai gio­cato a Torino, dove la domenica 11 è in pro­gramma la partita dell'Italia con l'Unghe­ria. E d'altra parte non può rinunciare a una convocazione europea. Con Pozzo si accor­da per un exploit inedito: il sabato gioca a Glasgow e la domenica a Torino. Parola parte per la Scozia assieme a Barassi, presi­dente della Federcalcio. L'accordo è che Pozzo li raggiungerà il sabato con un aereo militare, un S-74 a sei posti, preso a nolo per 400 mila lire, assisterà alla partita e su­bito dopo riporterà il giocatore juventino nel ritiro azzurro di Cuneo. Il cittì tiene molto a farsi vedere a Glasgow: la Fifa ha incaricato un gruppo di tecnici europei di costruire la formazione continentale, lui che ha vinto gli ultimi due Mondiali e un'Olimpiade e che inoltre è poliglotta non è nemmeno stato interpellato né invitato. Dunque vuole imporre la propria immagine a quelli della Fifa. Non se ne farà niente però, di quel viaggio: la Francia non conce­de alla nostra aeronautica militare l'autoriz­zazione a sorvolare il suo territorio per ri­torsione al fatto che pochi mesi prima a un aereo transalpino atterrato in emergenza in Basilicata era stato negato il rifornimento.

In più i granata-azzurri paiono avere le gambe pesanti e il cervello anneb­biato. Va in vantaggio l'Italia con Gabetto che, lanciato da Mazzola, scarta il portiere Toth e trascina la palla in rete andando poi a sbattere la testa contro un palo. Pareggia nella ripresa Szusza ma è ancora il "baro­ne" granata a portare in vantaggio l'Italia: fuga sulla destra di Castigliano, tiro sul palo, riprende Gabet­to, gol. Sei minuti dopo però Ballarin devia con una mano un pallone prove­niente dal corner: ri­gore per l'Ungheria, che Puskas trasfor­ma per il 2-2. Ci si avvia alla fine stan­camente, la gente sfolla già, quando c'è il gol della vitto­ria azzurra: da Maz­zola a Castigliano e a Loik libero sulla destra: tiro, la palla sbat­te alla base del palo di sinistra, rimbalza sul palo di destra, entra in rete, gol. È l'89': gol della vittoria in "zona Cesarini". Tu guarda le coincidenze! Questa espressione, Zona Cesarini, era stata coniata il 13 dicembre 1931, a Torino, di fronte Italia e Ungheria, stessa sequenza di gol e rete vincente all'89' di Renato Cesarini, numero 8 come Loik.

Wednesday, 25-Aug-21 18:05:15 UTC