"Le vivande cotte ed altri commestibili del genere bisogna rappresentarseli quali il cadavere di un pesce, di un uccello o di un porcellino; e il Falerno quale succo d'uva; e la porpora quali peli di pecora bagnati nel sangue di una conchiglia; e il coito quale lo sfregamento di un budellino e l'emissione di un po' di muco accompagnato da uno spasimo" (VI, 13) Marco Aurelio. Crediamo che possa esistere una legge del contrappasso? Dal latino contra e patior, soffrire il contrario. Il principio regola la pena e colpisce i rei, con il contrario della loro colpa o per analogia. E' una legge che fa paura e fa ancor di più fa riflettere. Seneca, scrittore e filosofo, la applica nella satira "Apokolokyntosis" all'imperatore romano Claudio nell'oltretomba che con l'applicazione della legge del contrappasso viene affidato a uno dei suoi liberti, perché aveva avuto la fama di esser vissuto in mano a loro e condannato a giocare a dadi con un bussolotto forato. Siccome da imperatore imbrogliava e ne usciva sempre vincitore, ora perderà per l'eternità.
contrappasso 1 (o contrapasso) s. m. [dal lat. mediev. contrapassum, comp. di contra «contro» e pati «soffrire», part. pass. passus]. – Corrispondenza della pena alla colpa, consistente nell'infliggere all'offensore la stessa lesione da lui provocata all'offeso, e più comunem. detta pena o legge del taglione (v. taglione 1). Nella Divina Commedia, il rapporto per cui la pena alla quale sono sottoposti i peccatori nell'oltretomba riproduce – in estensione o in contrasto – i caratteri essenziali della colpa, o alcuni di essi: Perch'io parti' così giunte persone, Partito porto il mio cerebro, lasso!, Dal suo principio ch'è in questo troncone. Così s'osserva in me lo contrapasso (Dante, Inf. XXVIII, 139-142).
Dalla Scuola di (Medie Inferiori) scritto il 16. 11. 13 La legge del contrappasso (dal latino contra e patior, "soffrire il contrario") è un principio che regola la pena che colpisce i reati mediante il contrario della loro colpa o per analogia ad essa. È presente in numerosi contesti storici e letterari d'influenza religiosa, come ad esempio la Divina Commedia. Infatti in quest'opera, gli ignavi venivano condannati a seguire un'insegna per l'eternità punzecchiati continuamente da insetti; anche i golosi venivano puniti per contrasto: vivevano e mangiavano fango.